Il fenomeno del car sharing, condivisione di un auto, si sta sviluppando sempre più in Italia e molti italiani stanno scegliendo questa nuova filosofia di utilizzo delle mobilità su quattro ruote.
Il fatto di non avere un’auto di proprietà, infatti, consente di risparmiare sull’investimento, il carburante, l’assicurazione, la manutenzione, il garage e il parcheggio. Non si potrebbe però rinunciare a tali costi se non si avesse a disposizione un servizio alternativo in grado di sostituire con efficienza quella che è una quattro ruote parcheggiata sotto casa. Grazie al car sharing il centro cittadino respira, i parcheggi si svuotano e le persone possono contare su un servizio in grado di offrire importanti vantaggi sotto molti punti di vista. L’ampia reperibilità delle auto e la comodità degli strumenti messi a disposizione cancellano ogni dubbio: il car sharing è oggi una alternativa percorribile che, una volta metabolizzata a livello culturale, può facilmente diventare abitudine quotidiana. In Europa a fine 2012 il car sharing ha già coinvolto 800.000 automobilisti, che hanno condiviso 22.000 vetture, e nel 2020 si prevede che gli utenti raggiungeranno i 15 milioni e le vetture coinvolte saranno 240.000.
Il car sharing prevede un abbonamento annuale e la possibilità di utilizzare l’auto solo quando se ne ha bisogno, prenotandola (online o per telefono) e andando a ritirarla in un parcheggio convenzionato. Si pagano una tariffa a seconda del modello di auto e del tempo di utilizzo (all’ora, al giorno, o per più giorni) e in aggiunta un costo al chilometro, che include anche il carburante. L’utente dopo l’iscrizione riceve solitamente una smart card (concetto però già superato nel caso di Enjoy, dove tutto viene realizzato tramite app su smartphone), che si utilizza per avviare e terminare il noleggio: la si accosta al parabrezza, in corrispondenza dell’apposito chip, e si aprono le portiere dell’auto. All’interno si trovano le chiavi. Al termine del noleggio, in alcuni casi l’auto va consegnata al parcheggio dedicato (in alcuni casi lo stesso dal quale è stata prelevata), mentre nelle ultime soluzioni proposte il parcheggio è libero ed anzi abilitato anche in zone pagamento o riservate ai residenti.
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