Gabriel García Márquez

Cent’anni di solitudine

Cent’anni di solitudine - Gabriel García Márquez

Cent’anni di solitudine – Gabriel García Márquez, scrittore colombiano, è ambientato a Macondo, un luogo immaginario collocato nell’entroterra della Colombia e narra le vicende della famiglia Buendìa seguendo la vita di sei generazioni, segnata dalla superstizione e oppressa dalla paura di subirne le sorti.
Questo libro rimane un capolavoro insuperato e insuperabile, che nel 1982 valse al suo autore l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura.
Vengono narrate le storie dei diversi personaggi che vivono isolati in questo villaggio, in un intreccio di vicende favolose, secondo il disegno premonitorio tracciato nelle pergamene di un indovino, Melquiades. E’ così che si compie il destino della città dal momento della sua fondazione alla sua momentanea e disordinata fortuna, quando i nordamericani vi impiantarono una piantagione di banane, fino alla sua rovina e definitiva decadenza.
La stirpe dei Buendia è segnata da un destino di ciclicità, infatti in ogni generazione, nei componenti maschili, si ripropongono nomi e caratteri identici: i José Arcadio sono di corporatura massiccia, energici ed estroversi, ma comunque solitari.
Tale luogo rimasto incatenato a una solitudine ripetitiva che ha segnato la gente del villaggio, tra continui tradimenti e passioni proibite, gelosie, nozze e promesse di castità infrante, trova la sua fine nella non evoluzione e ogni cosa viene spazzata via dal vento mostrando come la chiusura possa causare il crollo.
Su tutti domina la figura del colonnello Aureliano Buendia, il primo uomo nato a Macondo, colui che promosse trentadue insurrezioni senza riuscire in nessuna, che ebbe diciassette figli maschi e glieli uccisero tutti, che fuggì a quattordici attentati e a un plotone di esecuzione per finire i suoi giorni chiuso in un laboratorio a fabbricare pesciolini d’oro.
Il vero filo conduttore della vicenda: la solitudine inesorabile, invincibile, imprescindibile che accompagna diligentemente tutti i membri della famiglia verso il loro ineluttabile destino, un destino di sventura e sofferenze, di abbandono totale a se stessi, poiché pur intrecciando legami si è fondamentalmente sempre soli.
Una sorprendente saga familiare da leggere e rileggere, finchè non si è imparato a memoria l’intero albero genealogico della famiglia Buendìa, romanzo in cui la realtà e l’immaginazione si compenetrano e il mondo dei vivi non è totalmente separato da quello dei morti, romanzo di non facile lettura, soprattutto per il ripresentarsi degli stessi nomi per personaggi diversi, ma è un’opera che certamente merita di essere letto nella vita, romanzo che ancora a distanza di anni il pubblico ama.

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