Conserva le tue memorie: il buckup.
Fai il buckup almeno una volta ogni 3 anni, in tre copie, ognuna su un supporto diverso.
Come per l’ossigeno ti accorgi che è fondamentale solo quando ti viene a mancare, parliamo del buckup. Capisci quanto è importante solo quando perdi foto, video, testi, audio…
E’ bene dunque eseguire il buckup ogni 3 anni almeno. E in più copie, usando per ogni copia un supporto diverso (chiavetta, hard disk, cloud…).
Questo per diversificare i rischi dal momento che le memorie esterne possono smagnetizzarsi, corrompersi o andare smarrite.
Conserva le tue memorie. Ecco i pro e i contro dei vari tipi di memorie.
– Hard disk. Durata 5 anni
E’ un dispositivo sensibile, la sua vita ha una durata media di 5 anni. Ogni 3-4 anni se ne dovrà acquistare uno nuovo e riversarvi i dati da quello vecchio. Una volta usato per il buckup, bisogna verificare che i dati immagazzinati siano stati memorizzati in maniera corretta; altrimenti qualche file potrebbe risultare inaccessibile.
Questa verifica si effettua tramite un software di checksum (scaricabile gratuitamente), che alla fine fornisce un codice di controllo.
Il buckup si può con un semplice “copia e incolla” dal pc al disco esterno; altrimenti ci si può affidare ad un programma di buckup, che rende tutto più semplice, soprattutto le operazioni di recupero in caso si perdano i file.
Un disco da 1000 GB costa 50-60 €. L’hard disk è il supporto che garantisce la maggior capienza di memoria.
– Chiavetta . Durata da 4 a 8 anni
La durata è molto variabile, legata alla qualità dei semiconduttori che sono stati utilizzati per realizzarla. E’ il supporto più facile da perdere e più facile da sovrascrivere, cancellare o formattare accidentalmente.
La chiavetta non è consigliabile per fare il buckup di lungo periodo, soprattutto se questa rimane l’unica copia. Ottimo invece affiancare una versione su chiavetta ad altre su supporti diversi.
Vivamente consigliato il controllo con un checksum.
Le chiavette sono ottime per copiare i file da un computer all’altro. Per esempio si fanno foto in vacanza, si copiano su una chiavetta per poi riversarle a casa su un hard disk, un dvd o cloud.
La capienza della chiavetta aumenta sempre di più. Per 10€ se ne compra una da 16 GB, mentre per 35-40€ anche da 128 GB:
– Dischi riscrivibili. Da 7 anni in su.
I cd, i dvd e i blu ray riscrivibili, poichè non sono ricoperti da uno strato di alluminio che li rende più duraturi (lo sono quelli già scritti, come i cd musicali, dvd film…), hanno una vita media di 7 anni; sempre che siano conservati correttamente. Mai tenerli in auto.
Si tratta di supporti ormai in declino, anche se conservano il loro pubblico, visto che sono più resistenti a scritture accidentali.
Un dvd ha una capienza limitata: massimo 8 GB, se è blu ray arriva a 50 GB.
Vanno bene per conservare perlopiù archivi testuali. C’è una versione M-Disc dei dischi riscrivibili citati. Si differenzia dai tradizionali per il materiale di cui è fatta. Materiali la cui durata- promettono gli slogan – arriva a coprire 1000 anni; difficile stabilire quanto sia vero.
– Cloud. Durata variabile
I servizi di cloud offrono uno spazio di memoria su server esterni ai quali si accede via internet (occorre una connessione veloce).
Sono gestiti da aziende come Dropbox o da veri e propri giganti del web come Microsoft OneDrive, Amazon Drive…
Per fare il buckup di tutti i nostri documenti, molto probabilmente non sarà sufficiente lo spazio gratuito che offrono, e bisognerà optare per servizi a pagamento.
Alle imprese consentono enormi risparmi e offrono il vantaggio di poter modificare i dati caricati direttamente nei cloud.
Il fatto di affidare i nostri documenti a società esterne pone seri problemi di privacy ed espone al rischio di cyber-attacchi. Inoltre, con il cloud la conservazione a lungo tempo dei nostri documenti dipenderà dalla buona salute e dalle condizioni dell’azienda che gestisce il servizio.
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