Cos è la depressione post-partum

Depressione Post partum

La Depressione Post Partum: come riconoscerla

La nascita di un bambino è un’esperienza di intensa gioia per la neomamma che vede l’inizio della realizzazione di tutte quelle aspettative accumulate durante i mesi di gravidanza. Tuttavia, ogni madre conosce bene l’esperienza della depressione dopo il parto. Paradossalmente, dopo un periodo piuttosto lungo di attesa, anziché sentirsi particolarmente felice per la nascita del proprio bambino,ci si scopre improvvisamente tristi ed irritabili senza alcun motivo particolare, inclini al pianto ed inadeguate nei confronti dei nuovi ed impegnativi compiti che attendono: si parla in questi casi di “baby blues”, un lieve stato depressivo, temporaneo e senza nessuna conseguenza importante. Circa l’80% delle donne presenta una certa instabilità emotiva durante le prime due settimane dopo il parto. Si tratta di una reazione del tutto naturale legata per lo più alla stanchezza fisica e psicologica del parto, con i relativi cambiamenti ormonali.
Nel momento in cui il baby blus si prolunga nel tempo, anziché esaurirsi spontaneamente entro pochi giorni, si può iniziare parlare di depressione post-partum.
La depressione post partum (dal latino “dopo il parto”), è ben più grave e duratura. Si tratta di un disturbo mentale che in Italia colpisce circa il 10% delle donne nel periodo del post-partum e che compare entro i dodici mesi successivi al parto, più frequentemente tra le quattro e le sei settimane. Parliamo di un disturbo che si sviluppa gradualmente, persistendo anche per diversi mesi.
I sintomi più ricorrenti con cui si manifesta questo disturbo:
– tristezza e pianto inconsulto durante tutto l’arco della giornata,
– marcata irritabilità, con il bambino e con il partner,
– mancanza di energie e costante sensazione di affaticamento,
– improvvisi cambiamenti di umore,
– una difficoltà ad entrare in sintonia con il proprio bambino o disinteresse nel prendersi cura di lui,
– paura di poter far male al bambino o a sé stessa,
– insonnia o sonnolenza eccessiva,
– inappetenza,
– perdita di piacere o interesse in qualsiasi attività quotidiana,
– mancanza assoluta del desiderio sessuale anche a distanza di mesi dal parto.
Nei casi più pesanti è presente anche l’impulso di eliminare il proprio figlio, impulso che qualche volta, come tragici fatti di cronaca testimoniano, si impone alla persona contro la sua stessa volontà. Secondo molti specialisti, comunque, il primo campanello d’allarme per la depressione post partum è costituito dalla presenza in gravidanza di episodi di depressione o ansia, oppure da una storia familiare e/o personale di depressione.
Anche se alcuni studi attribuiscono ai cambiamenti ormonali nella donna l’origine della depressione post partum, più in particolare, al calo del livello degli estrogeni e del progesterone, in realtà ci sono molti altri fattori che concorrono alla sua insorgenza, fattori per lo più di origine psicologica e sociale.
Le principali cause psicologiche possono essere rintracciate in una difficoltà ad accettare la diversità tra il bimbo fantasticato durante la gravidanza e il bimbo reale, il percepirsi costantemente incapace e inadeguata rispetto alla maternità, la difficoltà a riconoscere e ad accettare che la maternità può suscitare, oltre all’amore, anche una certa dose di aggressività verso il bambino, il totale annullamento di sé, cioè il tralasciare completamente il proprio benessere fisico e psichico perché totalmente assorta dal bambino, anche la mancanza di un supporto emotivo e la qualità della relazione di coppia possono influire sull’insorgenza della depressione post partum.
Dunque, è importante intervenire e curare tale disturbo. Nel momento in cui si manifestano sintomi depressivi dopo un parto è fondamentale rivolgersi rapidamente al medico di fiducia, all’ostetrica, al ginecologo, al pediatra di fiducia o direttamente ad uno specialista, psichiatra o psicoterapeuta.
Le cure in ambito medico generalmente possono consistere nell’assunzione di ansiolitici o antidepressivi, associati ad un ciclo di incontri di consulenza psicologica individuale o di coppia, che può aiutare il nuovo nucleo familiare a definire ruoli e confini e accompagnarli verso il cambiamento che comporta l’essere diventati genitori.
Anche la terapia di gruppo è molto utile, consentendo alle donne che stanno vivendo la stessa esperienza di uscire dal vissuto di solitudine , facendo sì che la neo-mamma non si senta l’unica a provare sensazioni e stati d’animo negativi, confrontando e condividendo vissuti emotivi, difficoltà, e timori.

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