Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo mentale molto comune.

Non c’è da prenderlo sotto braccio, il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo mentale, e come tale è una malattia vera e propria. Molte persone pensano che i disturbi mentali non siano vere e proprie malattie, ma purtroppo non è così: il cervello è un organo, e sebbene le malattie mentali si fondino su uno strato totalmente non visibile e fisico, non significa che il cervello non ne stia soffrendo.

Il disturbo è riconosciuto come tale se interferisce con le normali attività quotidiane.

La definizione di ossessione si può tradurre e elencare con i seguenti punti:

  • se il soggetto in questione ha pensieri, dubbi, immagini ricorrenti che lo affliggono e vengono percepiti come invasivi, inappropriati, fastidiosi e provocano sofferenza;
  • L’individuo tenta inutilmente di sopprimere i pensieri con altri pensieri e comportamenti;
  • Il soggetto si rende conto che i pensieri sono solo pensieri e sono frutto della propria mente.

La definizione di compulsione invece segue:

  • dei comportamenti mentali o fisici che il soggetto si sente in dovere di compiere, come una sorta di rituale che serve appunto per scacciare i pensieri e difendersi da essi, pensando che così possano scomparire;
  • Le azioni mentali sono mirate a raggirare le ossessioni. Spesso sono comportamenti eccessivi anche se non sembrano;

Il trattamento per il DOC è generalmente considerato a livello psicologico, dunque generalmente si risolve con delle sedute dallo psicologo, che aiuterà il paziente a capire la motivazione delle sue ossessioni e la realtà che ci sta dietro.

Ci sono due importanti terapie da segnalare:

  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC): si tratta di un metodo dove il paziente viene esposto gradualmente a tutte le ossessioni senza reagire alle compulsioni;
  • Mindfulness, una pratica dalle radici buddhiste. Si impara a non giudicare se stessi, a non dare peso ai pensieri, che sono solo come nuvole fluttuanti. Ascoltare e lasciar scorrere i pensieri, belli o brutti che siano, è una delle pratiche migliori, non per combattere il DOC, ma per comprenderlo e capire che i pensieri sono surreali, sono temporanei.

Per i soggetti che dispongono di altri problematiche mentali si opta purtroppo anche per medicinali ansiolitici, le più comuni sono le benzodiazepine.

 

 

 

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