GreenPeace chiama, Prato risponde: le novità. 

GreenPeace chiama, Prato risponde

L’industria tessile utilizza molte sostanze chimiche nelle varie fasi di produzione. Dalla tintura dei tessuti, al lavaggio fino alla loro finitura.

Gli scarichi prodotti da questi impianti sono spesso tossici e possono contaminare le risorse idriche. L’ambiente, gli animali e l’uomo ne subiscono la pericolosità degli effetti negativi.

Da alcune ricerche effettuate da Greenpeace in Cina è stato scoperto come le industrie tessili rilascino scarichi pericolosi nei principali fiumi.

Questi impianti purtroppo riforniscono anche i più grandi brand internazionali, (i giganti dell’abbigliamento sportivo statunitensi). E’ quindi ovvio che la pericolosità degli scarichi di queste industrie abbia raggiunto livelli stratosferici, E rappresenti una minaccia per l’ambiente e la salute umana.

Gli alchilfenoli e i composti perfluorurati sono sostanze pericolose per l’uomo. Perché agiscono anche a concentrazioni molto basse alterando il sistema ormonale.

Si tratta di un gruppo di composti chimici sintetizzati dall’uomo che si accumulano lungo la catena alimentare; e sono persistenti nell’ambiente che ci circonda. Non degradandosi facilmente, alcuni composti si accumulano negli organismi viventi danneggiandone il sistema riproduttivo.

Inoltre possono essere trasportati lontano dalla loro fonte di origine attraverso le correnti oceaniche e atmosferiche. La loro presenza è stata documentata nei tessuti di pesci, uccelli, balene, orsi polari. E addirittura nel latte materno.

Essendo un argomento che riguarda tutti noi, la soluzione va ricercata a livello globale.

Pertanto c’è bisogno che le aziende offrano innovazione e leadership, acquisendo una maniera differente di produrre, senza inquinare le nostre acque con sostanze tossiche e permanenti.

Questo è quello che centinaia di migliaia di persone stanno chiedendo alle case di moda, di non avvelenarci.

Recentemente 300mila persone hanno sollecitato il più grande rivenditore di capi d’abbigliamento mondiale ad aderire alla campagna Detox di Greenpeace. Ottenendo il suo impegno a ripulire la propria filiera produttiva.

Nel nostro piccolo, in Italia stiamo muovendo i primi passi per dare il nostro contributo. E, affrontare la bella sfida di questo problema alla radice, che aiuti a trovare una soluzione efficace.

Ad esempio, è stato coinvolto il distretto  tessile di Prato. Il più grande in Europa (vanta una tradizione centenaria), che ha aderito avallando un impegno davvero unico nel suo genere.

Venti aziende tessili si sono unite alla campagna Detox.

Queste fabbriche hanno già eliminato diversi gruppi di sostanze chimiche pericolose dai processi produttivi e sono pronte a fare di più. Ma non sono le uniche.

Attraverso la pubblicazione di un piano operativo Confindustria Toscana Nord si è impegnata a sostenerle nel cammino verso l’eliminazione di tutte le sostanze tossiche entro il 2020.

Sono state investite risorse umane ed economiche per enumerare i progressi, garantire la trasparenza ed assicurare a tutti quei marchi della moda che producono a Prato, ma soprattutto ai consumatori, la produzione di tessuti privi di sostanze tossiche.

Queste aziende virtuose che hanno sottoscritto Detox colpiscono per la loro determinazione ed il loro coinvolgimento; stanno  provvedendo ad ottenere una futura filiera produttiva completamente libera da sostanze tossiche come i PFC. Composti tossici persistenti e bioaccumulanti, i ritardanti di fiamma bromurati e clorurati, composti organostannici e ammine associate a coloranti azoici;  che possono causare tumori ed essere dannosi per il sistema riproduttivo umano.

Sicuramente lo standard d’eccellenza adottato da Prato sarà il criterio su cui basarsi per valutare gli impegni futuri del settore.

Da ora in poi i grandi marchi della moda non avranno più scusanti per non occuparsi della totale trasparenza della filiera e garantire dei prodotti Detox. Poichè i loro stessi fornitori hanno abbracciato quella filosofia civica ambientalista che sarebbe stato normale aspettarsi da loro.

Dopo soli cinque anni la campagna #Detox ha fatto sì che 35 aziende e multinazionali – circa il 15 per cento della produzione globale di abbigliamento – prendessero la decisione di produrre senza inquinare.

La speranza di ognuno di noi è che si prenda spunto dall’impegno delle aziende pratesi e Confidustria Toscana Nord a livello mondiale. Per fare in modo che Detox possa diventare un modello di comportamento standard.

Dal momento che tutti gli esseri umani dovrebbero esigere una grande rivoluzione per ripulire uno dei settori più inquinanti al mondo.

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