L’ansia: cos’è?
Come fare per riconoscerla, poterla giudicare e affrontarla al meglio?
Ansia è un termine largamente utilizzato per indicare un complesso di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e ne cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire.
L’ansia di per sè, tuttavia, non è un fenomeno anormale.
Si tratta di un’emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa.
Le persone che soffrono di questo problema si trovano molto spesso sotto lo stato di preoccupazione per tutto il tempo, come se non riuscissero a trovare l’interruttore che distolga la mente da quel terribile e inquietante pensiero.
Questo può essere visto in vari modi:
– Pensiero negativo. Qui esiste la convinzione stretta nel credere di un avvento di uno scenario peggiore. Ci si preoccupa perennemente dell’eventualità di essere aggrediti, di prendere una malattia terminale, di un probabile pericolo che la famiglia e gli amici stiano per affrontare.
– Pensiero inflessibile. Chi è afflitto dalla GAD può anche semplicemente non essere in grado di fermare le preoccupazioni minori, arrivando al punto di far nascere una vera e propria ossessione.
Un esempio? E’ possibile che abbiano il timore recondito di parlare con il loro capo. E anche se il datore di lavoro non ha nessuna intenzione di fare qualcosa di negativo, chi soffre di disturbo di ansia generalizzato non riesce a smettere di pensare al fatto che deve parlare con il suo capo.
I due casi sopracitati chiariscono che la malattia, perchè di malattia si tratta, può indurre le persone a preoccuparsi per qualsiasi problema, grande, piccolo, reale o immaginario che sia. Infatti non sono le preoccupazioni in sé a essere rilevanti, bensì il modo in cui la GAD le fa percepire e persistere quasi ogni giorno, rendendo la vita normale praticamente impossibile.
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