Le modelle troppo magre: Sta cambiando qualcosa?

Sembra che qualcosa stia cambiando nel mondo della moda, sarà vero?

le modelle troppo magre

Negli ultimi anni l’unica immagine che si vedeva sulle passerelle di moda e sulle riviste; erano immagini di donne veramente troppo magre, le modelle troppo magre, da un aspetto quasi malato. Questo ha fatto si che il mito di “corpo irrealistico” si sia infiltrato nelle menti delle giovani donne, che aspirano proprio a quella magrezza, trasmessa dai media e dagli stilisti come raffinata, graziosa e bella. Questo mito di esagerata magrezza ha fatto si che il numero di persone che soffrono di disturbi alimentari, si sia alzato a grande misura. Ultimamente però, sembra che qualcosa si stia smuovendo, o almeno così spera.
Dopo polemiche, lamentele e denunce rivolte verso il grande marchio H&M, il quale ha avuto multipli episodi di critiche per l’utilizzo di modelle che mostrano un modello di persona malata.
-Lamentele anche da parte dei genitori delle giovanissime che comprano abitualmente nei negozi del brand svedese, i quali non concepiscono come un marchio così popolare tra i giovani possa promuovere un corpo malato. Sono appunto state raccolte molte lamentele e denunce da parte di persone che ritengo queste immagini offensive e di incoraggiamento per i disturbi alimentari. –
Proprio il marchio H&M, ha affermato di voler cambiare, assumendosi la responsabilità di aver effettivamente usato modelle troppo magre per le campagne precedenti, e riconoscendo l’impatto che questo marchio può avere sui giovani. Ed ecco l’arrivo di donne vere con delle curve per il marchio. Usando, per esempio, come modella per il photobook “Private Paradise” la statunitense Jennie Runk, la quale indossa capi, inclusi costumi, vestitini e shorts che chi porta taglie come la 46 o la 48 crede di non poter indossare. Con questi nuovi cataloghi, finalmente è stato trasmesso un messaggio positivo e nuovo rivolto a tutte le ragazze: «Accettatevi così come siete». La bellezza della modella Jennie Runk, taglia 50, è una prova effettiva del fatto che la bellezza non dipende dal peso.
Un’altro grande cambiamento è arrivato dalla Francia, dove è stata approvata nei primi di Aprile la normativa promossa dai socialisti nell’ambito della lotta all’anoressia, che bandisce le modelle pelle ed ossa. Voglio fermare questo cattivo esempio di donne decisamente troppo magre che sono viste come icone da copiare e da stimare. L’Assemblea nazionale ha votato una normativa, che deve comunque passare ancora al vaglio del Senato, che vieta di fare la modella coloro che hanno un BMI (indice di massa corporea) inferiore a 18, poiché in base agli studi medici sotto alla soglia del 18, si parla di denutrizione. Il BMI normale e sano di una persona dovrebbe oscillare tra i 18,5 e i 24,8. Per chi non rispetta la legge vi sono multe fino a 75mila euro e ben 6 mesi di prigione. E questo non è stato l’unico emendamento in questo ambito, ci sono stati cambiamenti che toccano anche i ritocchi delle fotografie per uso commerciale. I ritocchi delle fotografie per cataloghi o comunque utilizzi commerciali che ritraggono modelle, dovranno essere segnalati alle autorità. È stata ulteriormente anche approvata una misura che introduce il reato di “apologia dell’anoressia” con lo scopo di far pagare una multa ai siti che promuovono un’eccessiva perdita di peso e i disturbi alimentari.
Finalmente sta arrivando il messaggio al mondo che la bellezza non sta nella taglia o nel peso di una persona, ma nel carattere, il talento, le qualità personali, le virtù e i valori di una persona. No alle ragazze troppo magre, che mandano in crisi le donne giovani portandole spesso e volentieri a non piacersi, fino ad arrivare, in alcuni casi, all’anoressia o alla bulimia. E incitiamo un modello di donna più reale, ma bellissima. Speriamo che finalmente questa moda delle “super magre” sia veramente destinata a tramontare per lasciare spazio ad un modello più vero e sano, alle silhouette più morbide nel mondo della moda e nei canoni di bellezza riconosciuti ed accettati. Adesso speriamo che questi piccoli passi ci portino lentamente ad una società dove il canone di bellezza non è più basato su una patologia, perché è proprio di questo che si parla, ma basato su una bellezza vera, sana e solare.

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