Medicina cinese: ad ogni organo è collegata un’emozione diversa.
Secondo una branca della filosofia orientale ogni manifestazione dell’universo è collegata ad un’altra, e tutto è governato dalla legge di causa-effetto.
La medicina tradizionale cinese abbraccia appieno questo concetto. In quanto considera l’essere umano come tramite tra cielo e terra.
La malattia viene trattata come la conseguenza inevitabile di una causa originaria, creata dall’insieme di elementi fisici o emozionali di tutto il nostro essere. Per semplificare il concetto, il corpo reagisce a qualsiasi stimolo, interno o esterno; generando reazioni a catena. Non siamo programmati solo per trasformare ciò che mangiamo in energia, ma riceviamo un riscontro positivo o negativo anche dai cinque sensi, che poi si diffonde nelle varie funzioni del nostro organismo.
Le emozioni riescono ad influenzare la materia (il fisico umano, in questo caso). E, sono in grado di attivare o inibire le varie componenti del nostro corpo.
E’ un processo fisiologico inevitabile, ma se veniamo pervasi da emozioni negative rendiamo i nostri organi sicuramente più attaccabili dalle malattie. Ogni zona del nostro corpo che si indebolisce crea uno squilibrio generale, e la guarigione dipende dalla conoscenza della causa emotiva che origina tale malessere.
Per attivare questo processo dobbiamo lavorare su noi stessi individuando la rotta dei sentimenti; facendo in modo di metabolizzarne il contenuto e ricavarne elementi positivi.
Ad ogni organo (cuore, intestino, fegato, stomaco, polmoni e reni) viene associata la relativa emozione che lo governa.
CUORE ED INTESTINO TENUE = ALLEGRIA
L’allegria è un’emozione positiva, viene associata a questi due organi in quanto il cuore è il responsabile della circolazione sanguigna e l’intestino assorbe le sostanze di cui ci nutriamo. Se eccessiva, però può far scaturire emozioni negative. Quali il nervosismo, la tachicardia e, di conseguenza, l’insonnia e la difficoltà di concentrazione.
Chi ha problemi al cuore o all’intestino è una persona estroversa, loquace ma al contempo emotiva e sensibile, che riversa le sue agitazioni sugli altri. Il controllo ponderato e sistematico di queste emozioni contribuisce alla guarigione delle patologie che colpiscono questi due organi.
MILZA E STOMACO = OSSESSIONI
Lo stomaco digerisce il cibo e la milza fa funzionare il sistema linfatico, combattendo le infezioni ed equilibrando i liquidi del nostro corpo. Chi soffre di patologie legate a questi due organi in genere ha un carattere tranquillo e mite, che però vira all’indecisione e alla mancanza di volontà; ciò genera ossessività, nostalgia, tendenza alla riflessione.
Per contrastare le influenze negative bisogna far leva sull’equilibrio tra empatia e compassione.
FEGATO E COLECISTI = RABBIA ED IRA
Il sangue si accumula nel fegato, che è l’organo che regola il flusso dell’energia vitale, e la colecisti raccoglie ed espelle la bile. Quasi sempre chi si ammala di fegato è una persona molto dinamica, che si preoccupa eccessivamente e reagisce in maniera aggressiva. In questo caso, deve essere tenuta sotto controllo l’ira e la frustrazione. Perché un fegato perfettamente sano produce solo energia generatrice e liberatoria.
RENI E VESCICA = PAURA
A questi due organi sono associate la paura e l’angoscia; i reni depurano il sangue dagli scarti, la vescica conclude il ciclo diuretico. Chi si sente debole o accusa dolori alla parte lombare probabilmente sta vivendo un periodo di insicurezza e di sgomento; per superarlo e conseguire maggior fiducia nelle proprie capacità dovrebbe mantenere in equilibrio l’energia renale.
POLMONI E INTESTINO CRASSO = TRISTEZZA
I polmoni fanno parte del nostro sistema respiratorio, mentre nell’intestino crasso avviene il processo digestivo, in cui agiscono le difese immunitarie e vengono assorbiti i nutrienti che ci tengono in vita. La medicina cinese li collega a sentimenti come la malinconia, il dolore, la tristezza.
Coloro che provano fastidi o presentano patologie a uno di questi due organi probabilmente sono persone razionali che hanno la tendenza all’introversione e alla misantropia.
Ne derivano sintomi fisici come il senso di oppressione all’altezza del petto, l’apatia e perfino la perdita dell’appetito.
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