Ci sono 5 modi in cui i social network influenzano la nostra vita.
Ricerca condotta dal team di AsapScience
I social network hanno trasformato radicalmente moltissimi aspetti della vita quotidiana delle persone: i rapporti interpersonali, la comunicazione, lo scambio di opinioni, il modo di gestire le proprie relazioni professionali, i metodi per cercare lavoro e così via.
Alcune persone interagiscono nei social network in Internet centinaia di volte in una giornata. Alcuni addirittura preferiscono comunicare attraverso questo nuovo canale. Chi più chi meno ogni trascorre del tempo su Facebook, Twitter, Instagram, 4sq, Google + ecc.
I Social Network però, più che influenzare la nostra vita, cambiano radicalmente il nostro modo di comunicare e di approcciarsi con gli altri. L’uso intensivo delle nuove tecnologie sta cambiando molti comportamenti giovanili anche nel mondo reale: per esempio gli adolescenti viaggiano molto di più, da quando le prenotazioni dei voli low cost si possono fare direttamente via Internet. Sono più informati sugli argomenti di attualità. Hanno reti di amici molto estese, anche se spesso frequentabili solo in modo virtuale. Infine hanno un livello di fiducia superiore verso il mondo della “rete”. Per esempio sono più disposti a comprare in rete rispetto a quanto lo fossero i loro coetanei della generazione precedente.
In particolare, secondo i risultati del team di ricerca AsapScience, pubblicati attraverso un video postato su youtube, ci sono 5 modi in cui i social network influenzano la nostra vita ed alterano alcuni meccanismi cerebrali. Eccoli spiegati:
1. Le coppie sono più solide: si tratta di uno degli aspetti più curiosi presentati dalla ricerca! Sembra, infatti, che le relazioni nate online sono più solide rispetto a quelle nate offline. Il motivo è anche abbastanza semplice, prima di incontrarsi di persona, chi inizia una relazione online, ha modo di conoscere molti aspetti personali dell’altro e di valutarli attentamente, si sondano passioni e gusti, rispetto ad una conoscenza offline.
2. Dipendenza simil droga: questo è uno dei dati più scioccanti, infatti, circa il 5-10% degli utenti che frequentano i social network non è in grado di controllare il tempo trascorso su questi. La ricerca ha evidenziato che in questi soggetti sono riscontrabili dei danni nelle stesse aree celebrali di chi fa abuso di droghe. Si nota una degradazione della sostanza bianca nelle regioni che controllano le emozioni, l’attenzione e i processi decisionali. La ragione si trova nell’appagamento immediato e lo scarso sforzo che comporta, che fa sì che il cervello sviluppi dipendenza dagli stimoli da essi offerti.
3. Maggiore egocentrismo: studi in risonanza magnetica funzionale hanno dimostrato che i centri della ricompensa nel cervello sono più attivi quando, in una conversazione, stiamo parlando di noi, piuttosto che quando ci è chiesto di ascoltare. Ma se nelle chiacchierate faccia a faccia parliamo di noi stessi nel 30-40% delle volte, su Facebook è autocentrato l’80% dei post. Quando scriviamo di noi nel nostro cervello si ha il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore associato alle sensazioni di benessere (quali il sesso).
4. Sindrome da vibrazioni fantasma: certamente vi è capitato di avere la sensazione che il vostro smartphone abbia suonato ma in realtà non è così? Bene questa sensazione viene definita sindrome da vibrazione fantasma ed è dovuta al fatto che grazie, o per colpa, di cellulari e tablet (ed ovviamente l’utilizzo dei social) sono diventati come “arti fanstasma” delle aree celebrali che analizzano le sensazioni tattili (come la corteccia somatosensoriale) il che comporta un interferimento con le nostre percezioni tattili. Secondo la ricerca l’89% degli intervistati prova questa sensazione 1 volta ogni 15 giorni.
5. Multitasking: credete che la capacità di tenere aperti contemporaneamente Facebook, Twitter e la casella mail, o che l’uso dei social ci renda più abili nel gestire più compiti contemporaneamente, quindi sia un classico esempio di multitasking? Bene non è così! E’stato dimostrato che chi trascorre molto tempo sui social diviene meno abile nel passare da un compito all’altro, più facilmente distraibile e meno efficiente nell’immagazzinare le informazioni nella memoria.
Guarda il Video: Asap Science
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