Museo egizio di Torino, migliaia in fila nel giorno d’apertura

Nuovo Museo Egizio di Torino

Più di 1000 persone in coda nella prima giornata (a ingresso libero) aperta al pubblico

Dopo cinque anni di lavori, un investimento di 50 milioni di euro, il primo aprile è stato inaugurato il Museo Egizio di Torino con i suoi nuovi e ampliati spazi espositivi. Dal 1° aprile la nuova collezione museale è distribuita su una superficie complessiva che passa da 6.400 a 10.000 m², e su quattro piani, collegati da un sistema di scale mobili, ideato dallo scenografo premio Oscar, Dante Ferretti, lo stesso che ha realizzato l’emozionante statuario, che richiama il percorso di risalita del Nilo in un viaggio nel tempo che va dal 4.000 al 700 avanti Cristo. Tra le novità, la creazione di una sala dedicata ai numerosi papiri, il più lungo dei quali misura 44 metri, e la scomparsa delle teche di vecchia concezione a favore di luminosi cristalli che consentono di ammirare i reperti in tutta la loro straordinaria bellezza. Inoltre, il Museo Egizio di Torino diventa anche multimediale, permettendo interazioni tra visitatori e reperti archeologici attraverso la realtà aumentata, e con la possibilità di seguire ogni reperto su tablet e smartphone.
Ospitato nello storico Palazzo dell’Accademia delle Scienze è, per il valore dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Interamente dedicato all’arte e alla cultura dell’antico Egitto. Nel suo genere, solo quello del Cairo è più importante, come vastità e importanza della collezione.
Nel museo sono ospitati più di 30 mila reperti, che vanno dal paleolitico all’epoca copta, dunque fino al VI secolo d.C.
Attraversando la corte del Palazzo, opera seicentensca del Guarino Guarini, si entra nella manica Schiapparelli, che ospita biblioteca, caffetteria e oasi del roof garden. L’accoglienza al primo piano ipogeo, con biglietterie, guardaroba, bookshop, laboratori, servizi.
Veloci scale mobili per 24 metri di dislivello portano il visitatore al più alto piano museale. Un percorso lungo circa due chilometri: alla sommità la grande arca di 40 metri, che mette in mostra pezzi da collezioni per anni rimasti nei depositi. Restaurato anche lo scalone ottocentesco del Mazzucchetti, esteso al piano ipogeo per riportare i visitatori all’uscita.
Tra i pezzi più importanti la tomba intatta di Kha e Merit, rinvenuta intatta nel 1906 nei pressi di Deir el-Medina dall’egittologo Ernesto Schiapparelli, il Canone Reale o Papiro di Torino, importante fonte sulla sequenza dei sovrani egizi, e la Tomba di Maia, ricostruita nel museo. Ma anche il tempio rupestre di Ellesija, voluto dal faraone Thutmose III, i rilievi di Djosier e le statue delle dee Sekhmet e Iside, oltre a quella di Ramesse II, scoperte dall’archeologo Vitaliano Donati a Karnak, nel tempio della dea Mut.
Ieri, dunque, è stata invitata la città: tutti potevono accedere con visite gratuite dalle 9 alle 23, non restava altro che mettersi in coda.

Info www.museoegizio.

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