Obsolescenza programmata, tutto ha una scadenza!
Tutti almeno una volta ci siamo domandati la ragione per cui gli oggetti elettronici del passato avevano una durata maggiore, rispetto a quelli che troviamo oggi in commercio.
Il motivo che si cela dietro la diminuzione della durata di un elettrodomestico è proprio l’obsolescenza programmata.
Questa strategia si attua attraverso l’impiego di materiali di scarsa qualità per la produzione delle merci, che come risultato determina una sensibile riduzione l’esistenza dei prodotti.
Utilizzando questa strategia le aziende produttrici si assicurano un cospicuo ritorno economico, perché per il consumatore è più conveniente sostituire l’articolo.
Questa nuova modalità commerciale ha portato ad una rivoluzione nel modo di comprare, poiché ogni cosa ha impressa al suo interno una data di scadenza.
La nascita di una nuova strategia commerciale
L’obsolescenza programmata è entrata a far parte del pensiero produttivo delle imprese negli anni trenta.
In questo periodo l’azienda americana DuPont creò il nylon, che venne immediatamente impiegato nella realizzazione delle calze da donna.
La fibra sintetica essendo molto resistente aveva portato ad una riduzione delle entrate, poiché le calze avevano una durata maggiore.
Per ovviare a questo problema si pensò di rendere la fibra più delicata, così da aumentare la frequenza con cui le calze si sarebbero rovinate.
Creare articoli con materiali mediocri ha dato perciò il via ad un sistema ingegnoso, che è stato adottato dalla maggior parte delle imprese per ottenere un alto profitto.
Obsolescenza programmata: tattica da criticare o da lodare?
L’idea diffusa attualmente è che un prodotto dopo una vita relativamente breve diventa inutilizzabile.
Il motivo concreto sta nel rapido superamento tecnologico dei prodotti, che non riesco a stare al passo con le ultime novità.
Gli aggiornamenti sono un punto centrale in questo ambito specifico, sopratutto quando si parla di smartphone.
La dimensione dei nuovi sistemi operativi e delle app è sempre più estesa, questo fattore comporta la progressiva ed inesorabile impossibilità di utilizzo dei vecchi dispositivi.
Essendo incapaci di contenere al loro interno questi aggiornamenti finiscono per andare in disuso, l’esito che ne consegue è l’acquisto di un nuovo cellulare che avrà lo stesso destino.
Proprio per il suo lato molto poco eco friendly, l’obsolescenza programmata è stata aspramente criticata.
Amica del consumismo, questa tendenza è responsabile dell’aumento incontrollato dei rifiuti.
Nella maggior parte dei casi infatti questi prodotti non vengono smaltiti correttamente, il risultato è quindi un enorme spreco di risorse.
D’altra parte l’obsolescenza programmata dà la possibilità anche a quella parte della popolazione che non dispone di risorse illimitate, di avere tali apparecchi.
Rendere accessibili merci che fino ad ora erano solo una prerogativa delle classi benestanti, è un vantaggio importante da considerare.
Non resta che decretare l’ingegnosità di questa tecnica, visto che è capace di instillare nel consumatore il bisogno inconscio di possedere sempre qualcosa di innovativo.
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