Perché i 40 sono i nuovi 20 : la scomparsa della mezza età.

Perché i 40 sono i nuovi 20

Parafrasando il titolo di una commedia romantica uscita l’ottobre scorso, prima di proseguire il discorso, concordiamo sul fatto di non dover pronunciare la parola “mezz’età” mai più”?

E’ un concetto ormai obsoleto, che non calza più a pennello a nessuno.

La mezz’età non descrive la reale situazione, non riflette il reale modus vivendi. Gli anglosassoni usano termini come Gen-xers , midcults o midsters. (In italiano non esiste una traduzione equivalente).

Ovvero gente di mezza età senza le paranoie tipiche della mezza età. Compresi tra i 35 anni e gli ultra 50, queste persone hanno addosso tutta l’attenzione del mercato.

Serie televisive con ragazze midster come Reese Witherspoon (Big Little Lies); libri di cucina con ricette di bellezza, salute e mantenimento (The Midlife Kitchen); film per cui i 40 sono i nuovi 20.

Nonché il sapore dolce dell’amarcord.

I telefilm (Will & Grace) e la tecnologia pre-touch della giovinezza: la Polaroid punta e scatta, uguale al modello anni Settanta; il Nokia 3310; gli album in vinile. Ovvero si rimettono in circolazione riferimenti culturali e oggetti pop morti da decenni. Il presente si intrinseca col passato, e ormai i 40/ 50enni sono iperconnessi e iperimpegnati in una fase lunga di attività e incontri sociali.

Oggi la maturità è vissuta come un allungamento della giovinezza.

Un periodo in cui si può e si deve ancora reinventarsi.

Tra i tanti oggetti del desiderio, la casa rimane il sogno borghese più gettonato. Come lo era per i genitori, che però avendo scampato le brutture della guerra, ambivano alla semplicità del confort; mentre l’ambizione dei midsters si proietta di più verso il desiderio rassicurante di cose belle.

Se vogliamo fare una disamina a livello psicologico, per esempio, un tavolo anni cinquanta, incute meno ansia di una novità ipertecnologica.

Certamente ciò dipende anche dall’offerta indotta, ma anche dal fatto che, pur essendo attivi, questi midsters, sono dei nostalgici, e la moda del revival lo testimonia.

All’inizio era un’idea originale, adesso l’offerta delle riedizioni è diventata massiva.

Le aziende di design attingono molto volentieri nel serbatoio dei progetti usciti, oppure mai messi in produzione.

E se sono novità, l’ispirazione viene tratta da mobilia modello vintage. Perciò l’arredamento eclettico delle loro case assomiglia molto ad una sorta di cartolina d’antan , dove si mischia tutto ciò che va dagli anni Trenta fino ai Settanta del secolo scorso. Unito agli accessori tech dello loro adolescenza.

E’ un tripudio di ottone, vetro fumé e tessuti pastello. Che crea atmosfere romantiche abbinando la credenza della nonna accanto a servizi in streaming.

Se paragonato agli arredi anti decorativi dei cosiddetti maker, gli artigiani della seconda decade del secondo millennio, tutto questo ha un sapore un po’ reazionario, però diventa predominante.

E’ per questa ragione che i i millennials si sono dovuti addirittura inventare Sciuragram, l’account Instagram sulle signore“agè” milanesi, creando ironicamente un modello che aspira a quello stile: le dame in questione sono colte, eleganti e hanno molto tempo libero.

La prova che, se i miti giovanili sono più rimarchevoli di quelli dei ragazzini, sfidare le avversità della mezza età è un percorso tutt’altro che terrificante. Anzi, forse è il periodo migliore della vita.

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