Le collezioni di Rick Owens.

Rick Owens

La moda e le tendenze dello statunitense

È noto che Rick Owens ama le esibizioni sopra le righe, a volte stravaganti. Basti ricordare che qualche anno fa al Pitti a Firenze si fece fare una statua che lo riproduceva fedelmente, la mise sulla passerella d’entrata della manifestazione e fece in modo che la statua urinasse a getto continuo, come se fosse una fontana.
Lo statunitense non è, dunque, nuovo a scelte estreme.
Rick Owens nasce a Porterville, California, nel 1961. Studia Belle arti all’Otis- Parsons College of Art and Design di Los Angeles fino a quando non sceglie di dedicarsi alla moda nel 1994 lanciando una linea con il suo nome. Una foto su Vogue France con protagonista Kate Moss lo fa conoscere al grande pubblico e nel 2002 debutta alla New York Fashion Week. Nello stesso anno prende la direzione artistica di Revillion, storica Maison francese della pelliccia. Nel 2003 l’incontro con colei che diventerà sua moglie nonché creativa delle sue collezioni, Michèle Lamy, e il trasferimento a Parigi. Nel 2007 lancia una sua linea di pellicce, la Palais Royal, nome che poi successivamente modificato nel 2011 in Hun.
Noto nel mondo della moda grazie al suo stile riconoscibile con modelli sempre sopra le righe. Uno street- style gothic di tendenza.
Non si smentisce e quest’anno ha aperto la Paris Fashion Week 2015 portando in passerella uomini senza mutande, con i genitali liberi. Uomini che indossano vestiti senza pantaloni e senza mutande, con abiti stracciati, lunghe mantelle, stoffe drappeggiate con inserti metal che passeggiano liberi per le metropoli, questa l’idea per il prossimo autunno inverno 2015-2016. I peni si intravedevano attraverso tuniche destrutturate dal sapore tribale, quindi, niente di volgare, ma solo idea di libertà e comodità.
Anche per la donna, proposte stravaganti, tra suggestioni primordiali e visioni di un futuro passato. La donna autunno-inverno 2015-2016 presentata da Rick Owens alla Paris Fashion Week è il simbolo di una femminilità che rigetta canoni e stereotipi per riscrivere un nuova pagina di seduzione, dove non vi sono più le differenze di genere. Le modelle sfilano sulla passerella con il viso completamente ricoperto d’oro o d’argento, richiamandosi alle divinità celesti dei Maya, alle maschere funerarie micenee, al volto coperto d’oro degli artisti Joseph Beuys e Marina Abramovic. Una pioggia di paillettes disegna sui capi linee grafiche e motivi tribali ispirati al mondo dei Maya.
Le proposte per questa primavera estate sono state ispirate dai Balletti Russi dei primi del ‘900. Una collezione fatta di tuniche morbide imbiancate di gesso (lo stesso che decora il corpo dei modelli) e arricchite da volti dipinti e graffiti primitivi, ampie gonne-pantalone, coat oversize, giochi di sovrapposizioni originali. I tessuti vengono fatti a brandelli, scomposti e ricomposti sul corpo, attraverso drappeggi, dettagli patchwork e asimmetrie.
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