Il lavoro fa male? Quanto incide sulla salute la soddisfazione lavorativa.
Il troppo stress sul posto di lavoro può influire sulla salute. Come?
Molti studi, dimostrano quanto il livello di soddisfazione lavorativa sia importante per la salute dei lavoratori.
Ogni aspetto della vita di una persona influenza gli altri, una brutta giornata in ufficio si ripercuote facilmente sulla vita domestica e secondo alcuni studi, una quantità di stress negativo sul posto di lavoro, può aumentare la probabilità di ammalarsi. Sempre più persone percepiscono la sensazione di “prigionia” lavorativa, ovvero nessuna prospettiva di sbocco e impieghi non appaganti. In Europa e USA, meno della metà dei lavoratori è soddisfatta dal proprio impiego.
Tenuto conto che i livelli di soddisfazione lavorativa possono incidere sulla salute, queste indagini farebbero notare come moltissime tra queste persone non godono di salute ottimale. Lo stress e la mancanza di soddisfazione portano al complicarsi delle relazioni private, problemi del sonno, malattie cardiache. Si va ad influenzare praticamente ogni aspetto della salute psicofisica di una persona.
Stress Buono e Stress Cattivo
In quantità ragionevoli, lo stress “buono” può essere un buon aspetto nella vita di un lavoratore, uno stimolo a migliorarsi. Un progetto creativo particolarmente impegnativo, una scadenza un po’ stretta. Soprattutto se viene ripagato dal giusto riconoscimento.
Al contrario una dose eccessiva di stress “cattivo” come scadenze impossibili, o essere ritenuti sempre responsabili per avvenimenti al di fuori del nostro controllo, può avere effetti destabilizzanti sulla salute. In occasioni di stress infatti, il nostro organismo rilascia particolari ormoni, adrenalina e cortisolo. Questi sono responsabili di alimentare anche situazioni di lotta o fuga, reazioni basilari per la sopravvivenza umana in natura.
Questi ormoni a lungo andare però possono essere dannosi per l’organismo, soprattutto se il loro rilascio non è associato ne’ ad uno sforzo fisico, né ad una qualsiasi altra occasione di sfogo della tensione nervosa.
Gli stessi datori di lavoro dovrebbero iniziare a tenere di conto di questi risultati sulla soddisfazione lavorativa dei dipendenti. Molti studi hanno dimostrato che dipendenti più felici prendono meno giorni di malattia.
Effetti collaterali e soluzioni
Con l’aumentare delle tensioni, i problemi di mancanza di soddisfazione lavorativa iniziano a influenzare la vita privata del lavoratore. Vita familiare, amicizie, persino la salute e non solo quella fisica. Non sono rari i casi di depressione, attacchi di panico, e disturbi d’ansia. Alla comparsa di questi questi effetti collaterali, bisognerebbe esaminare la nostra situazione e prendere le dovute decisioni in proposito.
Spesso è sufficiente apportare dei piccoli cambiamenti, evitare chiacchiere di corridoio, prendere dei rilassanti respiri mentali, concentrarsi sui successi e sugli aspetti positivi. Per esempio se non amiamo il nostro datore di lavoro ma l’intesa con i colleghi è più che buona, concentriamoci su quella. Visualizziamo il lavoro come un modo per sostenerli.
Gli aspetti su cui ci concentriamo tendono ad influire sulla nostra vita. Ma se anche questo non fosse sufficiente, gioverà alla salute trovare un nuovo ambiente capace di arricchirci in termini di soddisfazione lavorativa.
Quali ci piace svolgere? Cosa ci dà più soddisfazione? Saremmo più felici in una carriera che odiamo ma con uno stipendio consistente oppure con un lavoro che ci lascia soddisfatti la sera anche se il salario è più basso?
Non c’è una risposta giusta o una sbagliata a queste domande. Le decisioni prese con coscienza di se e oculatezza saranno responsabili del nostro benessere.
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